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Dove prendi le tue proteine? Tutto quello che dovete sapere per rispondere a questa domanda

proteinIl ruolo e la necessità di proteine è un argomento molto frainteso nella nostra società. In questo articolo potrete imparare a capire meglio il ruolo delle proteine nella dieta.

Dal punto di vista più tecnico le proteine sono composti azotati, complessi organici che formano i principali costituenti protoplasma cellulare. In altre parole, le proteine costituiscono la parte strutturale delle cellule che sono i mattoni del nostro corpo.

Molti dei componenti strutturali e funzionali delle nostre cellule sono costituiti da varie proteine.

Nell’uomo, le proteine hanno diverse funzioni.

Esse agiscono come catalizzatori organici sotto forma di enzimi, come messaggeri quali ormoni peptidici, come anticorpi che ci proteggono dall’effetto di microrganismi, e come agenti carrier
nel nostro sangue di trasportare ossigeno e altri gas, nonché costituiscono la struttura cellulare.

Il fabbisogno umano reale esatto non è noto.

Secondo il New England Journal of Medicine: “Per quanto riguarda i requisiti di proteine umane, c’è ancora incertezza perché la nostra conoscenza dei precisi requisiti umani e le interrelazioni tra loro sono molto più frammentarie e incerte di quanto generalmente realizzato.

AMMINOACIDI

Tutte le proteine sono composte di aminoacidi. Un amminoacido appartiene ad una classe di composti organici caratterizzati strutturalmente da un gruppo amminico e un gruppo carbossilico. Gli aminoacidi sono i mattoni principali delle proteine; cioè, le proteine sono fatte mettendo insieme vari amminoacidi in combinazioni specifiche.

Di tutti gli amminoacidi presenti in natura, le proteine del nostro corpo ne utilizzano venti. Di questi venti amminoacidi, il nostro corpo è in grado di sintetizzarne dodici. Gli altri otto amminoacidi denominati” essenziali”devono essere assunti con la dieta. Il nostro corpo può riciclare gli ammminoacidi essenziali ma non può sintetizzarli ex novo, pertanto la dieta deve sopperire al reale fabbisogno.

Otteniamo questi amminoacidi essenziali mangiando gli alimenti che li contengono. Ma mangiare non è l’unica considerazione. Le proteine di piante e animali sono inutili per noi se il nostro sistema digestivo non è in grado di scomporle in amminoacidi ed assorbirle. In Effetti è importante sapere che UNA VOLTA INGERITE, LE PROTEINE NON VENGONO ASSORBITE COME TALI, prima DEVONO ESSERE SCOMPOSTE IN AMMINOACIDI E PICCOLI PEPTIDI PER ESSERE EFFETTIVAMENTE ASSORBITE.

UNA VOLTA ASSORBITI QUESTI AMMINOACIDI DIVENTANO MATERIE PRIME DA CUI IL NOSTRO CORPO PUO’ SINTETIZZARE NUOVE PROTEINE

 

METABOLISMO PROTEICODIGESTIONE PROTEINE

La digestione delle proteine inizia nello stomaco grazie all’enzima pepsina che viene secreto nei succhi digestivi ed è attivato dall’acido cloridrico. Contrariamente a quanto si crede non è l’acido cloridrico che digerisce direttamente, esso crea semplicemente un ambiente idoneo alla pepsina per lavorare.

Questa secrezione di acido cloridrico è seguita dalla produzione di altri fattori digestivi o enzimi proteolitici dal pancreas e  dalle cellule della mucosa dell’intestino tenue.

Una volta che le grandi molecole proteiche alimentari sono scomposte in amminoacidi, può avvenire l’assorbimento attraverso le cellule della mucosa dell’intestino tenue.

Oltre che dall’ingestione alimentare gli amminoacidi derivano anche dal riciclo di cellule endogene come ad esempio dalla desquamazione delle cellule intestinali ed enzimi. 

Studi di Nasset mostrano che, indipendentemente dalla miscela di aminoacidi del pasto, il tratto intestinale mantiene un rapporto molto simile amminoacidi essenziali.

Questo è un concetto chiave.

Fino a questa scoperta infatti si pensava che PER ASSORBIRE E UTILIZZARE GLI AMMINOACIDI ESSENZIALI NELLA DIETA, LA DIETA STESSA DOVESSE FORNIRE TUTTI GLI AMMINOACIDI NELLE STESSE PROPORZIONI E TUTTI ALLO STESSO TEMPO

Questa convinzione risale al 1914 quando Osborn e Mendel studiarono il fabbisogno proteico di ratti di laboratorio. Essi hanno scoperto che i ratti sono cresciute più velocemente su fonti animali di proteine che su fonti vegetali. Questo è stato seguito da studi di Elman nel 1939 utilizzando aminoacidi purificati ed isolati nei ratti.

Abbiamo imparato molto dal 1939. Ma anche oggi molti cosiddetti esperti di nutrizione continuano  sostenere questo antico concetto ed equivoco.

Secondo NassetJournal of American Medical Association, questo mix di proteine endogene è lo strumento che ha il corpo di mantenere le relative concentrazioni di amminoacidi disponibili per l’assorbimento.

Ora sappiamo che il corpo è perfettamente in grado di prendere proteine incomplete e renderle complete utilizzando questo meccanismo di riciclaggio. Ora è chiaro che più di 200 grammi di proteina endogena vengono aggiunte ai 30 a 100 grammi di proteine nella dieta.

La ricerca precedente del 1914,
che è ancora così spesso utilizzata per sostenere l’idea errata che tutti gli aminoacidi essenziali devono essere presenti allo stesso tempo ad ogni pasto per essere assorbiti, non ha nemmeno affrontato l’assorbimento degli aminoacidi. Aveva compreso che tutti gli amminoacidi dovessero essere presenti nel sito di sintesi proteica, all’interno delle cellule del fegato, rene o muscolari. Poiché l’effetto riciclaggio di aminoacidi del corpo non era stato studiato aveva ipotizzato che l’unica fonte di proteine era dalla dieta.

Quindi la maggior parte degli ammioacidi si ottiene dal riciclaggio endogeno. Nel 1961 Bender ha dimostrato che un animale è stato in grado di mantenere una crescita lenta con le proteine completamente privo un aminoacido essenziale.

Questi concetti sono stati confermati da Monroe e sono riportati nell’edizione 1983 di Modern Nutrition in salute e malattia da Goodheart e Shills.

Il concetto chiave è che la maggior parte degli aminoacidi assorbiti dal tratto intestinale sono derivati da proteine corporee riciclate. Siamo in un certo senso tutti i mangiatori di carne, una forma di autocannibalizzazione.

DI QUANTE PROTEINE ABBIAMO BISOGNO?

Questa domanda ha suscitato un focolaio nel mondo scientifico e non a partire dal 1830 quando uno scienziato olandese di nome Mulder ha coniato il termine di PROTEINE
Nel 1865  in Inghilterra Playfair ha condotto studi che lo hanno portato ad affermare che il fabbisogno proteico umano fosse di 119 grammi al giorno.

Voit ha condotto poi uno studio sui lavoratori della fabbrica di birra di Monaco che assumevano 190 grammi di proteine al giorno. Sulla base di studi sostenne il fabbisogno a 125 g di proteine al giorno.

Nel 1913 Hindhede scoprì che la maggior parte dei lavoratori dello studio di Voit morirono giovani….

Nel 1947 i laboratori dell’Università di Rochester hanno condotto uno studio per stabilire i fabbisogni di amminoacidi essenziali nel maschio del ratto adulto. Per mantenere l’assunzione costante di calorie e di azoto, gli animali sono stati alimentati con una dieta artificiale mediante sonda gastrica. I risultati di questo studio e il tentare di adattarli all’uomo sono ovviamente discutibili.

Studi più recenti del metabolismo proteico nell’uomo sono state fatte usando come parametro il bilanciamento azoto.

Questi studi vengono condotti misurando la quantità di azoto totale che si introduce e lo si confronta ma e lo confronta che con la quantità totale di azoto escreto nelle urine, feci, perdite tegumentali, sudore, capelli, nonché di sperma, fluido mestruale e anche la respiro. L’idea è che se la quantità di proteine introdotte è uguale a quelle escrete il corpo sia in grado di mantenere sempre un equilibrio.

Tutti i cibi dalla lattuga alle noci contengono quantità variabili di proteine.

Se una dieta è sufficientemente varia è praticamente impossibile ottenere un apporto proteico inadeguato.

Anche uin na dieta priva di fonti concentrate di proteine sottoforma di prodotti di origine animale, noci e legumi sono in grado di soddisfare il fabbisogno proteico ottimale.


La maggior parte pensiero nutrizionale tradizionale ignora l’enorme apporto di alimenti vegetali alle nostre esigenze di proteine. La maggior parte delle diete tradizionali contengono solo quantità simboliche di questi alimenti, basandosi invece su alto contenuto di grassi, prodotti di origine animale ad alto contenuto proteico e un agglomerato di carboidrati raffinati.

 

SIAMO PROGETTATI PER MANGIARE CARNE?

Se diamo un breve sguardo all’anatomia comparata risulta chiaramente evidente che non siamo progettati per mangiare carne.

DENTI: la maggior parte dei nostri denti sono piatti per masticare granaglie e vegetali

MANI: sono meglio progettate per la raccolta che per strappare

SALIVA: contiene alfa-amilasi, enzima per la digestione dei carboidrati che non si trova nella saliva degli animali carnivori.

COLESTEROLO: gli animali carnivori hanno la capacità di eliminare una grande quantità di colesterolo mentre il nostro fegato non ne è in grado.

GOTTA E ACIDO URICO: di tutti gli animale che includono la carne nella loro dieta l’uomo è l’unico a non essere in grado di neutralizzare l’acido urico perché non possiede l’enzima deputato: l’uricasi. Questo aumenta la possibilità di un accumulo di acido urico derivante dal metabolismo dei prodotti animali e di iperuricemia e gotta

 

E’ un po’ come se una casa fosse progettata con mattoni e al posto del cemento usassimo fango e paglia…… Secondo voi regge?

 

Liberamente adattato da

Alan Goldhamer, D.C., is a chiropractor and founder of the TrueNorth Health Clinic in Penngrove, California, a multi-discipline outpatient clinic and in-patient residential health care program specializing in medically supervised water-only fasting. Dr. Goldhamer is the author of The Health Promoting Cookbook and coauthor of The Pleasure Trap: Mastering the Hidden Force that Undermines Health & Happiness.