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Infiammazione e alimentazione

Infiammazione o reazione infiammatoria e quali ne sono le cause?


La reazione infiammatoria può essere meglio descritta come una serie di eventi successivi che avvengono quale risultato di uno stimolo infiammatorio o stress di diversa natura.

Temperatura, pressione fisica, sostanze chimiche, tossine rilasciate da batteri dannosi, risposte del sistema immunitario o qualsiasi tipo di stimolo nocivo comprese le emozioni e il cibo possono indurre una reazione infiammatoria, anche le reazioni allergiche e l’eccesso di tessuto adiposo.

Fu nel primo secolo dopo Cristo che il medico romano Celsus per la prima volta descrisse l’infiammazione come un evento descrivendone i suoi quattro segni fondamentali: rubor (rossore), calor (calore), tumor (gonfiore), dolor (dolore).

In particolare nell’infiammazione acuta troviamo le caratteristiche sopra riportate è caratterizzata da un infiltrato cellulare di tipo neutrofilo e da eventi vasculo-essudativi, ha esordio rapido e breve durata: 

  • il rossore è causato dall’accumularsi del sangue all’interno della ferita
  • il calore è causato dalla maggior quantità di afflusso sanguigno nell’area danneggiata
  • il gonfiore appare a causa dell’edema, per l’accumulo di essudato infiammatorio e per la formazione del coagulo negli spazi tissutali ammalati
  • il dolore è causato da sostanze chimiche come le chinine e altri mediatori chimici che vengono rilasciati in seguito al danno tissutale e alla morte cellulare 
  • Functio lesa – perdita della funzione dell’organo oppure guarigione


L’infiammazione cronica si caratterizza per la sua lunga durata e la presenza di un infiltrato cellulare monocitario e da eventi vasculo essudativi assenti.
In questo caso non essendoci i sintomi tipici infiammatori si può anche parlare di infiammazione silente, di cui spesso non ci si rende conto, ma che causa comunque uno stato di allerta costante da parte delle nostre cellule immunitarie.


Le nuove ricerche in campo di neuroscienze, metabolomica e Pnei hanno dimostrato che la risposta infiammatoria può venire attivata anche in seguito a stress emotivi e a stress biochimico.

Emozioni come rabbia, paura, angoscia, senso di colpa causano un’attivazione dell’asse dello stress prolungata.

L’obesità contribuisce a mantenere lo stato infiammatorio dato che le cellule adipose producono citochine, così anche un eccesso di istamina.

Come la causa può essere multifattoriale così anche le conseguenze dell’infiammazione cronica possono essere diverse:

– ritenzione idrica e cellulite

– dolori articolari

– allergie

– obesità

– muco

– riduzione delle difese immunitarie

– disturbi dell’umore (ansia, depressione, agitazione…)

– malattie gravi: cardiovascolari, autoimmunitarie, respiratorie, diabete…


Procedendo con i miei studi quello di cui sto avendo sempre più conferme è il fatto che i nostri organi sono così profondamente correlati e a seconda della nostra predisposizione genetica siamo portati a sviluppare una patologia piuttosto che un’altra.


Per questa ragione in una masterclass sul sistema immunitario e in quella successiva sulle allergie ho ben spiegato il ruolo del nostro microbiota intestinale e dell’infiammazione silente (molto subdola perché non si verifica con le analisi del sangue). Puoi trovare un approfondimento anche qui.

In particolare modo oggi voglio soffermarmi su quali sono gli alimenti più infiammatori e quali alimenti e nutrienti ti possono aiutare a ridurre l’infiammazione.

Do per scontato che gli alimenti infiammatori vanno ridotti se non evitati perché non basta inserire quelli antinfiammatori per ottenere un effetto.

Certo può aiutare ma sarà più efficace e ti farà stare meglio disinfiammare dalla radice.

 

Quali sono gli alimenti infiammatori?

 

  • CIBI INDUSTRIALI E LAVORATI E RICCHI IN GRASSI CATTIVI
  • ZUCCHERI SEMPLICI E BEVANDE ZUCCHERATE
  • CEREALI RAFFINATI E FARINE BIANCHE
  • ECCESSO DI SALE COMPRESI CIBI IN SCATOLA E INSACCATI
  • ECCESSO DI LATTICINI E PROTEINE ANIMALI
  • ALCOLICI

Troverai molti articoli in cui ti parlo dell’effetto infiammatorio dello zucchero, oggi voglio portare l’attenzione anche all’effetto di uno sbilanciamento di omega 6/omega 3.

L’alimentazione occidentale è infatti ricca di carne e formaggi e la conseguenza è che le membrane delle nostre cellule sono più ricche di colesterolo e acidi omega 6 (arachidonico in particolare) che hanno un effetto infiammatorio.
Importante sottolineare che anche il nostro cervello è formato da grasso… e che un’infiammazione cerebrale con carenza di omega 3 è stata riscontrata in pazienti con Morbo di Alzheimer, depressione maggiore e disturbi bipolari.

Una dieta ricca in metionina (carni e formaggi) può produrre un aumento della metilazione di alcune aree cerebrali con aggravamento della schizofrenia o delle psicosi.
E’ ormai assodato che una dieta eccessiva sia come quantità di calorie sia come presenza di zuccheri raffinati e di determinati tipi di grassi (vedi sopra) provoca l’attivazione del fattore di trascrizione nucleare NF-kB causando segnatura epigenetica delle cellule immunitarie in senso infiammatorio. 

 

Pratiche e nutrienti antinfiammatori

 

  • RIDURRE LATTICINI E GLUTINE

    E’ stato osservato un benefico ruolo del digiuno seguito da alimentazione vegetariana senza glutine e latte e derivati migliora nettamente i sintomi dell’artrite reumatoide e si accompagna a una riduzione dell’attività anticorpale contro gli antigeni contenuti nel glutine.La ragione di ciò pare essere correlato a una riduzione dell’immunoreattività degli antigeni del cibo eliminato con il cambio di dieta.Per questo tra i cereali meglio scegliere riso integrale, rosso, nero, miglio, sorgo o pseudocereali come grano saraceno, amaranto e quinoa e limitare i latticini a seconda della risposta infiammatoria individuale.

 

  • BILANCIAMENTO OMEGA 3/6

    Inoltre rivestono particolare importanza l’introduzione e il bilanciamento degli acidi grassi polinsaturi.
    La dieta occidentale risulta essere sbilanciata a favore degli omega 6 che è una ventina di volte superiore agli omega 3.

    Per aumentare il consumo di omega 3 è bene scegliere pesce e animali terrestri o volatili NON DI ALLEVAMENTO oltre che frutta secca, semi oleosi e olio di semi oleosi derivati estratto a freddo (come olio di lino)

  • MICRONUTRIENTI IMPORTANTI

    E’ dimostrato che alcune sostanze come il resveratrolo, la curcumina, il butirrato e altri acidi grassi a catena corta prodotti dalla flora batterica intestinale in buona saute, inducono una deacetilazione e quindi contrastano la segnatura epigenetica in senso infiammatorio.

    I flavonoidi come le antocanine contenute in prugne, mirtilli, uva e simili hanno effetti di controllo sull’infiammazine regolando la via di espressione dei NF-kB che abbiamo essere visto attivata da zuccheri e determinati tipi di grassi.

    Vitamina C, lisina, prolina, zinco sono richiesti per la produzione di collagene ed elastina produzione catecolamine (es. adrenalina, dopamina) e steroidi (cortisolo) Secondo Linus Pauling le dosi di assunzione giornaliere di vitamina C sono: 2-3000 mg per individui sani 5-6000 mg per individui con maggior rischio di malattie cardiovascolari

    Per chi ha a che fare con calcificazioni articolari oltre alla vitamina C anche la Vitamina K2, Magnesio e Vitamina D3 regolano il trasporto e deposito del calcio inibiscono il deposito di calcio a livello arterioso e articolare.
    I micronutrienti sono presenti nella frutta e nella verdura, più di stagione e fresca possibile nelle classiche 5-8 porzioni al giorno.

 

Altre pratiche fondamentali

  1. bere a sufficienza per idratare il corpo ha un effetto di riduzione dei dolori articolari
  2. respirare per ossigenare i tessuti 
  3. meditare ha un’azione antinfiammatoria
  4. riposare a sufficienza per permettere al corpo durante il sonno di rimuovere le sostanze di scarto e ripulire meglio il sistema

 

Non mi dilungo su questi ultimi 4 punti in quanto puoi trovare anche approfondimenti nel mio libro NO DIETA CON CALMA  sia nella masterclassMuco, dolori articolari e infiammazione in cui ho approfondito l’argomento dal punto di vista dell’alimentazione insieme alla naturopata Valentina Peraro che è un’esperta di rimedi naturali.


Una considerazione che mi viene da fare è “torniamo a come era una volta per andare avanti… è così semplice”

Sarebbe utile che condividessi questo articolo con tutte le persone che sai possano averne bisogno e che si stanno curando con antinfiammatori per spegnere il sintomo ma non la causa.

 

Fonti

- Hafstrom I., Ringertz B., Spangberg A. et al. (2001) “A vegan diet free of gluten improves the signs and symptoms of reumatoid arthritis: the effects on arthritis correlate with a reduction in antibodies to food antigens”. Rheumatology 40(10): 1175-1179

- Bazinet R.P., Layé S. (2014) “Polynsatured fatty acids and their metabolites in brain function and disease”. Nat. Rev. Neuroscie 15 (12) 771-785

- Bottaccioli F, Bottaccioli AG “Psiconeuroendocrinoimmunologia e scienza della cura integrata. Il manuale” 2017 Edra edizioni 

- Dr. Tsoukalas D. "Come vivere 150 anni" complete su www.einum.org/150anni

https://www.researchgate.net/publication/8064539_Vitamin_C_Is_an_Important_Cofactor_for_Both_Adrenal_Cortex_and_Adrenal_Medulla

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